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La scienza usata per forzare la natura

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La scienza usata per forzare la natura3

Dalla Genesi alla fattoria delle nuove specie animali. Alterazione del Dna per incrociare specie diverse. Clonazione seriale di animali. Personalizzazione genetica delle razze. Nei laboratori di ricerca di Tianjin, il porto a poche centinaia di chilometri da Pechino, dove nell’ agosto del 2015  la gigantesca esplosione di un deposito di prodotti chimici ha rilasciato nell’ambiente elementi altamente inquinanti non meglio precisati, nei sotterranei dei compound  scientifici di Yulin  o nella provincia dello Shaanxi, nella Cina occidentale, è  in corso da anni la più grande  manipolazione sperimentale sugli animali, e si teme anche sugli embrioni umani, mai avvenuta nella storia.

Dietro il paravento delle catene  di clonazioni seriali  di  milioni di  capi di vitelli e maiali,  per coprire la domanda del mercato cinese di carne da macello di prima qualità , si cela infatti una illimitata sperimentazione  su quasi tutte le specie animali. Gli obiettivi sono disparati e inconfessabili.

La scienza usata per forzare la natura

Alla prima categoria appartengono le sperimentazioni che adottano la nuova tecnologia genetica, denominata CRISPR-Cas9, che sfrutta degli enzimi per localizzare con precisione ed eliminare segmenti di DNA e avviare una sorta di  editing genetico.

L’obiettivo è quello di forzare la natura e incrociare specie diverse,  oppure rafforzare e clonare razze particolarmente redditizie ma originariamente deboli e poco diffuse. Ecco degli esempi:

  • Beefalo, nato  dall’unione tra il bue domestico e il bisonte americano. Una razza creata ad hoc per combinare le migliori caratteristiche di entrambi gli animali per la produzione di carni bovine. Una mossa che sta ulteriormente creando problemi alla conservazione dei bisonti selvatici americani, il cui corredo genetico viene troppo spesso inquinato dagli incroci con il bue domestico.
  • Caprette cinesi, alle quali sono stati cancellati i due geni che regolano la crescita sia del pelo che dei muscoli, così da  ottenere esemplari con muscoli più grandi e pelo più lungo ed  in modo che possano fornire più carne e  più lana.
  • Mangalica, una razza di maiale molto diffusa nella zona dei Balcani e dell’Ungheria. Ne esiste una variante bianca o bionda, una nera  ed una rossa. Possiede due tipi di setole, alcune normali altre molto lunghe e sottili che gli fanno assumere la tipica peluria voluminosa ed ondulata. Può raggiungere anche 300 kg di peso e lo strato di lardo può arrivare anche a 20 cm di spessore.
  • Zonkey  incrocio tra una zebra maschio e un asino femmina. In Sud Africa si verificano casi in cui zebre e asini si trovano a convivere e così può succedere che nasca uno zonkey. Come i muli, tuttavia, sono geneticamente incapaci di riprodursi.
  • Savannah, felino ibrido che nasce da un gatto domestico e un  gattopardo africano. E’ stato battezzato Savannah, dal nome dato al primo esemplare nato nel 1986.

Nella  categoria delle ricerche inconfessabili sono catalogati, fra gli altri, gli sconvolgenti esperimenti per ottenere incroci fra cani e gatti. In natura infatti gli incroci avvengono fra animali che hanno le stesse coppie di cromosomi. I cromosomi contengono i geni responsabili della determinazione delle caratteristiche intrinseche degli individui: controllano, per esempio, il colore degli occhi, il colore della pelle, le dimensioni del corpo, in parte anche il comportamento.

I cromosomi sono riuniti in coppie, l’ uomo ne ha 23 paia, il cavallo anche, il gatto 19 e il cane addirittura 39. Particolarmente importanti sono i cromosomi  sessuali che determinano il sesso degli individui: le femmine hanno una coppia XX mentre i maschi hanno una X e una Y.

E’ perciò praticamente impossibile far unire cromosomi che non siano pari tra di loro.

Ad esempio il gatto ha 19 coppie di cromosomi. il cane 39 coppie, rimarrebbero 20 coppie di cromosomi che non saprebbero con chi appaiarsi, e quindi il nuovo embrione non potrebbe avere “inizio”.

Ecco potrebbe, perché  per cani e gatti i tentativi di forzare la natura vanno davvero oltre il sovrumano, nel senso che si tratta di test per verificare ben altre abominevoli alterazioni  delle barriere fra esseri umani e animali.

L’apocalisse è divenuta banale, un insieme di statistici parametri di rischio per l’esistenza di ognuno” sostiene il sociologo inglese Antony Giddens.

Un modo elegante per evidenziare come in natura non ci siano né ricompense né punizioni: solo conseguenze!

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Gianfranco D'Anna
Gianfranco D'Anna
Fondatore e Direttore di zerozeronews.it Editorialista di Italpress. Già Condirettore dei Giornali Radio Rai, Capo Redattore Esteri e inviato di guerra al Tg2, inviato antimafia per Tg1 e Rai Palermo al maxiprocesso a cosa nostra. Ha fatto parte delle redazioni di “Viaggio attorno all’uomo” di Sergio Zavoli ed “Il Fatto” di Enzo Biagi. Vincitore nel 2007 del Premio Saint Vincent di giornalismo per il programma “Pianeta Dimenticato” di Radio1.
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