Matteo Salvini nel mirino. Un crescendo scattato la notte stessa dell’exploit della Lega alle europee. Basta rovistare, secondo la tradizione dei poteri trasversali, nell’armadio senza fondo degli scheletri della politica e non lasciare tracce. Facendo in modo, anzi, che la paternità dell’attacco ricada altrove. Due piccioni con una fava insomma. “A ciascuno il suo” alludeva Leonardo Sciascia.
Difficile dire come finirà. Ma in ogni caso, sia che Salvini sopravviva o che soccomba politicamente alla morsa fra il 25 luglio e l’8 settembre, le due date storiche che in Italia evocano la caduta del fascismo e la resa senza condizioni, niente rimarrà come prima nello scenario istituzionale.
L’attacco al leader della Lega lascia intravedere infatti una strategia politica alternativa alla maggioranza fra 5Stelle e Lega. Una alternativa parlamentare in grado di reggere all’eventuale strappo leghista nei confronti del Governo.
Nell’incertezza dei numeri per una ipotetica maggioranza Grillini – Pd – Sinistra, diventerebbero decisivi i parlamentari in fuga dall’implosione di Forza Italia e sarebbe determinante soprattutto la certezza di molti deputati e senatori di non essere rieletti in caso di elezioni anticipate.
Per sbarrare la strada a ipotetici governi di balneare memoria, la logica politica presupporrebbe un armistizio stile 8 settembre e un assestamento del Governo Conte e della maggioranza giallo verde per un patto di fine legislatura.
Per delineare gli scenari che potrebbero verificarsi in questa convulsa estate di afa e di tempeste tropicali, basta rispondere a due domande:ma come reagirà il leader della Lega ? si lascerà cuocere al fuoco lento dei veleni internazionali, dell’erosione dei consensi elettorali e del quotidiano fuoco incrociato dei giornali-partito?