Sono molto ammirata dai giapponesi che per primi cominciano a reagire nei confronti dei turisti maleducati e dell’eccesso di folla intrusiva e disturbante.
Kyoto ha vietato ai turisti alcune strade secondarie del quartiere Gion; un paese rinomato per essere adatto ai selfie con il monte Fuji sullo sfondo erigerà una barriera alta due metri e mezzo e lunga venti per impedire la vista del monte in un punto ossessivamente instagrammato e pericoloso per la circolazione stradale.
Si parla tanto di Overtourism, ma i ragionamenti e le misure sono a zero, salvo quanto sta tentando Venezia, e vedremo se porterà da qualche parte.
Nel 1989 (!!!) sulla Relazione sullo stato dell’Ambiente di cui ero responsabile avevamo ipotizzato che in Laguna si sarebbe finiti con un biglietto di ingresso: 35 anni dopo ci siamo arrivati.
Capire come regolare i flussi turistici e orientare il comportamento delle persone nei luoghi storici o naturali dovrebbe essere una priorità.
Roma e Firenze sono un esempio di come al turismo si associ un tremendo degrado per eccesso di pressione, aggravato da mancanza di regole e presidi adeguati.
Napoli per il momento regge con la forza della densità abitativa del suo centro storico, ma la minaccia é incombente anche lì, minaccia che stravolgerebbe il carattere stesso della città con il suo commercio minuto e diversificato.
Non si prenda la cosa sottogamba: i margini di molta parte del commercio sono già erosi dalle vendite on line, la diminuzione degli abitanti a vantaggio dei turisti uccide il commercio di prossimità. Se il fenomeno si estendesse a Napoli potrebbe essere una catastrofe sociale.
L’offerta di posti letto é esplosa in tutte le città d’arte svuotando i condomini ridotti a gusci maltenuti a scapito degli affitti di medio e lungo periodo.
Non ci sono più regole negli attraversamenti pedonali, i monopattini e le biciclette si comportano in modo sconsiderato, i take away hanno costi collettivi enormi senza regole e contropartite. La ristorazione dilagante ovunque snatura il senso dei luoghi.
Come orientare e regolare tutto questo e molte altre cose connesse dovrebbe essere una priorità della complessa disciplina urbana e dei trasporti ai vari livelli per tutelare la qualità urbana, ridurre lo stress dei cittadini, costruire prospettive di medio periodo per le catene del valore dei beni territoriali.
Devono esistere dei limiti ai turisti, in termini numerici, di comportamenti che vengono loro richiesti, di costo delle prestazioni urbane al loro servizio.
Se a Roma piazza del Pantheon diventa un luogo lurido, rumoroso e affollato all’inverosimile 12 ore al giorno, questo é un problema di tutti gli italiani, perché un tempo nemmeno tanto lontano in quella piazza la pavimentazione era in sampietrini di legno affinché il rotolio delle carrozze non disturbasse il luogo di sepoltura di persone illustri.
La situazione odierna della piazza é manifestazione di pura barbarie, non la si può attraversare per la folla e per la coda in ingresso al monumento che si avvolge in una enorme spirale, decine e decine di persone mangiano scompostamente a tutte le ore sui gradini della fontana di Giacomo della Porta lasciando lattine e cartacce ovunque, al rumore della gente sovente urlante spesso si sovrappongono gli altoparlanti di qualche sedicente artista di strada, i negozi un tempo bellissimi vendono ora per lo più souvenir qualsiasi.
Smettiamola di pensare che tutto questo sia ineluttabile. È ineluttabile quello che si lascia accadere senza preoccuparsi di come cambiare le cose.
*Costanza Pera, Architetto, allieva di Ludovico Quaroni, esperta di progettazione architettonica, tutela dell’ambiente e difesa del territorio, già Direttore Generale del Ministero dell’Ambiente e del Ministero delle Infrastrutture, nonché Capo di Gabinetto in entrambi i dicasteri.