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Enrico Berlinguer e la malinconia della grande ambizione

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

Spielgerg e Milani film a confronto

by Valeria D’Onofrio

Non sono un’orfana di Enrico Berlinguer. Nata nel 1965 appartengo alla prima generazione di giovani non ‘politicizzati’, dopo il ‘68 (quella dell’edonismo reaganiano, per intenderci) e sono anche convinta che sia stato un bene. Ma questa é un’altra storia.Enrico Berlinguer e la malinconia della grande ambizione

Berlinguer, dunque, non l’ho vissuto direttamente. Ne conosco lo spessore politico e morale per acquisizione, ma non ho incise sulla mia pelle le battaglie del suo tempo.

La premessa, per dire che il mio approccio a La Grande Ambizione di Andrea Segre, é stato questo. Sono cioé entrata al cinema con grande libera curiosità, e ne sono uscita con una grande malinconia.Enrico Berlinguer e la malinconia della grande ambizione

Devo dire che non mi é particolarmente piaciuta l’interpretazione di Elio Germano, troppo marcata, quasi ‘macchiettistica’, e ho avvertito un senso di incompletezza per il racconto di una figura e di un’epoca politica, certamente difficile da tracciare a fondo in così poco tempo.

Mi sono invece molto commossa nel rivedere le immagini del suo funerale, struggente di partecipazione vera, e ancor più immalinconita per quel tempo perduto per sempre. Il mio. E quello di questo Paese.

I filmati di repertorio, di cui é punteggiato il film, mi hanno generato uno strano effetto interiore: come se in una trasposizione temporale, io stessi guardando me stessa, mentre a mia volta, poco più che ragazzina di 11/12 anni, guardavo da lontano quei giovani dell’epoca lottare per valori a me ancora ignoti.

Così come una grandissima malinconia mi ha colta nella scena in cui Berlinguer apprende della morte di Moro. E, con essa, della speranza riposta e custodita nel progetto del “compromesso storico”.Enrico Berlinguer e la malinconia della grande ambizione

L’altro giorno, in un’intervista, Luciana Castellina ha criticato il Berlinguer di Segre spiegando che “Enrico non era il liberale scialbo” tratteggiato dal film; e a Tommaso Rodano, che le faceva notare che il regista aveva voluto raccontare Berlinguer ai giovani per dar loro speranza, ha causticamente replicato: “Con un Berlinguer così democratico e accomodante, rischiano di finire per pensare che la speranza sia il Pd”. Ecco cos’è La Grande Malinconia. Enrico Berlinguer e la malinconia della grande ambizione

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Valeria D'Onofrio
Valeria D'Onofrio
Giornalista professionista, già collaboratrice di Porta a Porta e cronista parlamentare, dal 2001 al 2003 è stata vice-capo Ufficio Stampa del Ministro per le Pari Opportunità. E’ stata autrice-testi del docu-film celebrativo dei 50 anni del Concilio Vaticano II, per il Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali del Vaticano e collaboratrice di Radio Rai. Qui il profilo Fb
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