Mito e potere. La storia a quattro zampe è lunga e fitta di nomi quasi quanto quella della civiltà e procede parallelamente con la storiografia degli uomini.
Dal fedele Argo di Ulisse , ai Pharaon Hound, i segugi e i levrieri imbalsamati nelle Piramidi, al mastino Peritas dal quale Alessandro Magno non si separava mai, a White Heather il gatto d’angora amatissimo dalla Regina Vittoria, che visse più della Sovrana e passò in eredità a suo figlio, re Edoardo VII, a Micetto il gatto che Papa Leone XII amava tenere accanto durante le udienze.
Fino ai contemporanei Sunny che ha raggiunto alla Casa Bianca Bo, il cane adottato nel 2009 da Barak, Michelle, Malia e Sasha Obama, la First family al completo.
Mentre a Mosca Koni, il labrador di Putin, contende a Zar Wladimir l’attenzione dei media.
Potere a quattro zampe? Gli esempi sono molteplici. Da Myobu No Omoto, la gatta prediletta e viziatissima dell’Imperatore del Giappone Ichijo, che fece mettere in carcere il proprietario di un cane che l’aveva rincorso, a Trick il barboncino di Sandro Pertini che ha condizionato più di un’amicizia dell’esponente socialista, a Slippers il gatto del Presidente statunitense Roosevelt, che durante un pranzo di Stato “pregò” l’elite politica Usa di aggirare in silenzio il First Cat addormentato all’ingresso del salone.
Potere anche nel senso di lasciare intravedere le decisioni dei proprietari.
Tanto per dire: a Londra viene monitorizzata un’eventuale iniziativa di Buckingham Palace sull’assistenza agli adoratissimi Corgi reali per capire se, e quando, intenda abdicare la Regina Elisabetta che ormai ha superato il record assoluto di longevità di permanenza sul trono d’Inghilterra.
L’influenza degli amici a quattro zampe spesso si traduce in ricchezza.
Ne sa qualcosa il pastore tedesco Gunther IV, unico erede della contessa tedesca Karlotta Liebenstein, che nel 1992 ha ricevuto un lascito di ben 340 milioni.
Seguono il gatto Blackie, di solo un anno che può vantare un’eredità pari a 23 milioni di euro, e ancora il cane ed i due gatti Frankie, Ani e Pepe che possono sfruttare un budget di 13 milioni di euro.
Per non parlare degli animali di proprietà dell’ereditiera Leslie Ann Mandel, la ricca milionaria degli Hamptons che aveva fornito disposizioni precise per i suoi amati uccelli da voliera, ovvero 32 Nymphicus hollandicus. Noti anche come calopsitta o calopsite, oppure molto più familiarmente pappagalli, che hanno ricevuto in eredità ben 90.000 euro da spartire con il gatto e cane di casa.
Esagerazioni, spreco? Non c’è dubbio. Soprattutto in presenza di eredi bisognosi e di tanti orfanatrofi. Ma bisogna pur considerare, come diceva Milan Kundera, che gli amici animali “sono il nostro legame con il paradiso. Non conoscono il male né la gelosia né la scontentezza. Sedersi su un pendio con un cane in uno splendido pomeriggio è come tornare nel giardino dell’Eden in cui oziare non era noioso: era la pace.”