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Cartellino rosso per cosa nostra l’antimafia della Rosea

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Antonio Borgia

Nell’Italia sportiva e calciofila un posto particolare é riservato al quotidiano rosa, che ha consentito alle generazioni del XX secolo e a quella Z di abbeverarsi alla fonte del sapere specifico.Cartellino rosso per cosa nostra l’antimafia della Rosea

Dedicandosi soprattutto ai social, grazie agli onnipresenti cellulari, i giovani di oggi ignorano, spesso, libri e giornali di approfondimento generale, lasciando sul campo pezzi di conoscenza che potrebbero non essere colmati in seguito.

Ciò che, invece, non tralasciano affatto é l’informazione fornita dal primo quotidiano sportivo, per età e vendite: la Gazzetta dello Sport, da tempo sul podio della stampa italiana.Cartellino rosso per cosa nostra l’antimafia della Rosea

Qualcuno potrebbe chiedersi che tipo di collegamento può esserci fra “la Rosea” e un argomento fra i più difficili e delicati del nostro tempo, quello delle associazioni criminali codificate dall’art. 416-bis del Codice Penale: le mafie.

Ebbene, il legame c’è e riguarda una sorprendente iniziativa, avviata circa 20 mesi addietro con grande professionalità e, forse, insperato successo: una collana intitolata “Mafie. Storia della criminalità organizzata”, affidata, per la sua realizzazione, ad una giovane ed esperta docente dell’Università di Milano-Bicocca, Barbara Biscotti, già curatrice di altre due fortunate collane storiche.

Da appassionato di storia delle mafie per i lunghi trascorsi professionali, ho subito apprezzato l’impostazione e il contenuto dell’opera: libri di accattivanti dimensioni e limitato numero di pagine (circa 150) su specifici temi o personaggi, con descrizione approfondita e documentata, di facile lettura e senza fronzoli.

La curatrice si è affidata intelligentemente a molteplici e noti esperti settoriali che hanno saputo riversare concretamente la loro vasta conoscenza in ogni volume della collana, inizialmente partita con una previsione di 40 uscite, poi pian piano aumentata a 100 (per la grande risposta dei lettori), e chissà in seguito….

Sono brillantemente trattate le varie organizzazioni in tutte le loro sfaccettature, i rapporti e le guerre fra le stesse, gli uomini che hanno lasciato una correlata impronta, gli importanti processi giudiziari ( ad esempio, quelli recenti della cosiddetta trattativa Stato-mafia di Palermo e della ‘Ndrangheta stragista di Reggio Calabria), le figure di spicco dell’antimafia attiva, i grandi magistrati che hanno cercato di contrastare il fenomeno, i rapporti delle mafie con la politica, la Chiesa e la massoneria, i settori di espansione e investimento, le tante figure femminili che hanno subìto il dominio mafioso in famiglia o si sono ribellate, le vittime innocenti, le figure storiche, i funzionari dello Stato, giornalisti, imprenditori o rappresentanti di categoria colpiti perché di ostacolo ai propositi dei boss, e molto altro ancora.Cartellino rosso per cosa nostra l’antimafia della Rosea

In parole povere, un’opera che consente di ben comprendere per chi si approccia per la prima volta al tema delle mafie, di ripassare e approfondire per chi conosce già l’argomento.

Più che una collana, una piccola enciclopedia, di almeno 15.000 pagine, curata con competenza, indispensabile “per capire cosa sono (le mafie) e per non chiudere gli occhi. Perché parlarne é il primo passo per sconfiggerle” come correttamente indicato nella presentazione.

Complimenti per ideatori, coordinatori ed esecutori dell’ottimo lavoro che ne é scaturito. Un plauso.

Quello di cui occorre compiacersi, inoltre, é la significativa risposta di pubblico, a dimostrazione che gli italiani, alla fin fine, sentono il dovere di informarsi, in un momento in cui la spiacevole impressione dominante era di un accresciuto e inspiegabile disinteresse generale, favorito da quella parte minoritaria ma influente di società che persegue, da sempre, l’obiettivo di “addormentare” l’opinione pubblica, distraendola da fatti e verità scomode nonché dai perversi intrecci fra mafie e  potere.  Cartellino rosso per cosa nostra l’antimafia della Rosea

 

 

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Antonio Borgia
Antonio Borgia
Generale in pensione della Guardia di Finanza, ha prestato servizio in Sicilia dal 1979 al 1996, nel pieno della guerra di mafia e delle stragi di cosa nostra. Ha collaborato con diversi magistrati a Trapani e Palermo quali Dino Petralia, Ottavio Sferlazza, Carlo Palermo ed i Pm della DDA di Palermo allora guidata dal Procuratore Giancarlo Caselli, in particolare Alfonso Sabella. Attualmente é editorialista della Gazzetta di Asti.
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