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Fiducia ultima Dea sorella gemella dell’Amore

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Rubrica di critica recensioni anticipazioni

I cardini del pensiero Socrate Buddha Confucio Gesù

by Giansalvo Pizzo*

Dove andremmo a finire se non esistesse la fiducia? La vita sarebbe più o meno un inferno: gli individui, per natura bisognosi di relazione e di comunità, sarebbero abbandonati a sé stessi, piccole barche sbattute dai marosi dell‘oceano.

 “L‘uomo lupo per l‘altro uomo” non solo enuncerebbe un pericolo, ma descriverebbe l‘unica realtà quotidiana possibile: prospettiva anche più radicale di quella del buon Hobbes, e una dittatura severa e spietata si prospetterebbe come l‘unica salvezza – anche se ci si dovrebbe porre la domanda se ci si possa fidare, dell‘uomo forte: non esistendo la fiducia non sarebbe possibile nemmeno questo.Fiducia ultima Dea sorella gemella dell'Amore

Mettiamo da parte questa fantasia distopica: per fortuna la fiducia nelle nostre comunità umane c‘é, e in quantità. Veramente? In quantità? Oggettivamente nei tempi attuali si osserva certo non una completa assenza, ma probabilmente una profonda ed estesa crisi di fiducia.

Siamo diventati tutti più scettici, tante sono le delusioni che ciascuno di noi ha vissuto, essendosi fidato di alcune persone o istituzioni.
I mass media e social media amplificano inoltre all‘inverosimile la sfiducia di alcuni, che influenza, viene recepita e fatta propria anche da tanti altri che si lasciano convincere, talvolta senza grandi riflessioni personali.

Nel campo politico il fenomeno é più che evidente: persino individui, movimenti e partiti che all’inizio ispirano o richiedono fiducia mostrano atteggiamenti contradditori o tradiscono i loro elettori, figurarsi poi certi figuri politici che appaiono immediatamente come perfetti ciarlatani, cambiano ogni anno parere su questo e su quello, nemmeno da lontano alla ricerca di “un centro di gravità permanente”.
Tra i mali che oggi affliggono le Chiese c’é al primo posto la delusione di molti fedeli a causa di abusi di potere e di scandali sessuali, e  la conseguente mancanza di fiducia e lo svuotamento dei luoghi di culto, ma anche delle sale di riunioni o degli oratori dei ragazzi.
D‘altra parte anche la struttura familiare si va sgretolando, spesso appunto per mancanza di affidabilità e quindi di fiducia, e le nuove generazioni crescono non sapendo bene di chi potersi fidare.Fiducia ultima Dea sorella gemella dell'Amore

Non possiamo prendere questo fenomeno sottogamba, distratti come siamo da altre priorità.
Il motivo è che affidarsi, dare fiducia, sapere di potersi abbandonare a qualcuno, è una dimensione profondamente nostra, che ci accompagna da quando eravamo piccolissimi e l‘abbraccio dei genitori era vitale, fino a quando le forze ci lasciano e il sostegno di chi ha la nostra fiducia è necessario conforto.
Se non riguadagniamo la capacità di dare fiducia perdiamo tratti essenziali della nostra umanità. E diventiamo incapaci di amare.

Questo passaggio dalla fiducia all’amore, che adesso sembra un salto pindarico, mi é diventato definitamente chiaro un paio di settimane fa, per caso, a Dublino.

Viaggiavo su un autobus e riflettevo sul verbo “believe“, credere, letto appena su un cartellone pubblicitario. Mi è sovvenuta la somiglianza di suono con “leave“, lasciare.

Questa coincidenza di pronuncia nei due termini (‘leev‘ è la comune trascrizione fonetica) mi ha improvvisamente insospettito.
“Vedi un po’ se “believe” e “leave” dovessero per caso avere qualcosa in comune …”, mi sono detto.

Il dizionario etimologico ha confermato la mia ipotesi: “believe” sino al XII sec. veniva ancora scritto “beleave”, poi, forse per l’infuenza di “relieve”, ha cambiato forma grafica.
E non finisce qui: “love” é imparentato con “leave” e quindi con “beleave/believe”.

La sensazione di avere scoperto, con questo fenomeno, conseguenze per me importanti mi ha tolto il respiro. Perché così “believe” svela l’idea di lasciarsi andare, di affidarsi a un’idea o a una persona in cui si crede. E proprio perché percepisco di potermi affidare a qualcuno senza timore sento di potere amare questa persona, in cui ho piena fiducia. Senza fiducia, quindi, nessuna possibilità di amare veramente e di sentirsi amati.

Se s’incrina la fiducia anche l’amore si raffredda. Se regalo fiducia riscaldo invece il cuore dell‘altro, che si sentirà apprezzato e amato.
Inoltre (controprova!) se sono geloso, e quindi non ho piena fiducia nell’altro e lo controllo, ne segue che più che di amore si tratta di desiderio di possesso.Fiducia ultima Dea sorella gemella dell'Amore

Per chi conosca il tedesco: con “glauben” (credere) e “liebe” (amore) é la stessa cosa. Il medievale “ge-lauben” ha l’identica struttura (e quindi significato e connotazioni) di “be-leave” (vedi “erlauben”, permettere, lasciare che qualcosa venga fatta). E “glauben” e “Liebe” hanno l’analogo stretto rapporto etimologico.

In effetti quindi, e ce lo dicono sia la nostra esperienza che questo breve viaggio in due lingue germaniche, sembra che credere, affidarsi, dare fiducia e amare siano dimensioni umane strettamente legate tra loro, e interdipendenti.

La mancanza di fiducia porta con sé la mancanza d‘amore. Sembra proprio che sia il caso di regalare più fiducia di quanto stiamo facendo fino ad ora, di fidarci di più, di osare.  Probabilmente può cambiare molto. Innanzitutto nei rapporti interpersonali, e poi a poco a poco, salendo, anche quelli sociali e politici.

*Giansalvo Pizzo

Fiducia ultima Dea sorella gemella dell'AmoreLaureato in Filosofia alla Cattolica, già docente nei licei italiani, insegna attualmente Filosofia, Storia, Italiano e Religione in un Gymnasium di Bonn, istituto per il quale é anche responsabile di attività internazionali e di cooperazione con imprese.

 

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