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Rubrica di critica recensioni anticipazioni
by Augusto Cavadi
“Questa storia ci ha permesso di confrontarci con un reato moderno, diverso da qualunque altro sin qui incontrato” dice la magistrata Franco alla commissaria di polizia Zamira, personaggi del giallo di esordio di Giuseppe Valenti, Un furto incredibile. Chi ha rubato i miei ovociti?, Spazio Cultura Edizioni, Palermo 2023 (p. 203).
La vicenda è ambientata a Torino nel 2033, anno in cui l’autore – di professione ginecologo – immagina che alcune tecniche riproduttive come il social freezing, già oggi in uso, si siano ulteriormente sviluppate e diffuse.
Una donna, Rachele, nell’ipotesi di volere un giorno un figlio, chiede che in una clinica specializzata vengano conservati dei suoi ovociti congelati. Anni dopo decide di recuperarli per farli inseminare dal partner, ma scopre che qualcun altro li ha già prelevati con uno stratagemma. Chi è l’autore del furto? E perché – invece di acquistare degli ovociti in una delle numerose banche che ne vendono legalmente – ha messo in atto il piano criminoso?
La trama si dipana con ritmo accattivante e il lettore ne è coinvolto al punto da desiderare di leggere di seguito le 220 pagine del volume, incoraggiato anche dal registro comunicativo colloquiale, in qualche caso forse troppo: il che non è certo un pregio di poco conto.
Come in ogni romanzo che si rispetti, il filo rosso della vicenda s’intreccia con varie storie e solleva tematiche esistenziali e politiche intriganti: dalla relazione fra amore e sesso in un rapporto di coppia al riconoscimento dei diritti civili dei bimbi che nascono in Italia da genitori immigrati (ius soli); dalla difficoltà di separare in uno stesso soggetto l’orientamento eterosessuale dall’omoaffettivo all’incidenza delle tradizioni teologico-culturali nei processi di identificazione personale; dall’inscindibilità o meno del nesso fra femminilità e maternità al maschilismo e alla violenza di genere … L’autore tocca con delicatezza queste e altre tematiche, dimostrando una saggezza sconosciuta a quanti invece le affrontano a colpi d’accetta, con granitiche certezze dogmatiche di segno opposto.
Il romanzo, insomma, costituisce una conferma che la letteratura tende ad agganciare i travagli quotidiani individuali con le domande universali e, mentre fa da specchio al presente, sa anticipare proletticamente alcune questioni del futuro.