Marocco attraversato dalle proteste popolari
Rischio Maghreb in crescita.Il Mediterraneo accentua la precarietà della situazione fra lo stretto di Gibilterra e il Canale di Sicilia.
Oltre al vulcano libico stanno esplodendo in tutto il Marocco le tensioni che da mesi covavano sotto la sabbia.
L’effetto domino favorirebbe la proliferazione del fondamentalismo islamico lungo tutta la fascia sahariana dall’Atlantico al Mar Rosso, dove proprio nelle ultime ore nella località balneare di Hurghada, sono state uccise a coltellate due turiste e ferite altre 4 donne europee.
Il governo marocchino di Saad-Eddine El Othmani ha fatto scattare l’emergenza e attivato i servizi di sicurezza per controllare e sedare le proteste, le manifestazioni e gli scontri con le forze dell’ordine che si susseguono in varie parti del paese e soprattutto nella regione del Rif, a nord del Marocco.
Cortei e manifestazioni spontanee sollecitano in particolare riforme economiche e giustizia sociale. Rabat ha lanciato un programma di riforme e immediati aiuti economici.
Oltre alle infiltrazioni del terrorismo jiadista, si temono anche strumentalizzazioni da parte dei narcotrafficanti, interessati a destabilizzare varie regioni per avere campo libero.
Il Rif é infatti la regione dove si coltiva la maggior parte della cannabis esportata illegalmente in Europa. Dietro questi interessi ci sarebbe l’ex parlamentare marocchino Said Chaou, arrestato nei Paesi Bassi, dove viveva da tempo, per essere estradato in patria perché accusato di traffico di droga e di aver finanziato il movimento di protesta nella regione di al Hoceima, dove si trovano le più estese piantagioni di cannabis.