Dopo secoli sulle rotte più ricche incombe ancora l’incubo dei pirati.Fantasmi in carne e ossa.
Dai Galeoni alle gigantesche navi portacontainer, gli eredi di Capitan Uncino, Barbanera e Morgan continuamo a infestare tutti i mari.
In particolare le coste del Corno d’Africa e le rotte dell’Oceano Indiano, dove la Marina Militare Italiana partecipa nuovamente con la Fregata Espero all’operazione europea di antipirateria Atlanta, istituita nel 2008.
La missione delle Forze Navali Europee, nome in codice Task Force 465, è quella di scortare mercantili, pescherecci d’altura, velieri, yacht e navi da crociera e fornire protezione a tutte le imbarcazioni in transito per prevenire e impedire l’ arrembagio dei pirati.
Al comando del Capitano di Fregata Luigi Pirozzi, l’Espero é una unità missilistica e anti sommergibile appartenente alla Classe Maestrale. Ha un equipaggio di circa 221 uomini che comprende i team specialistici della Brigata Marina San Marco, del gruppo Operativo Subacquei e della Componente Aerea della Marina militare con un elicottero AB212.
Nonostante la capacità di sorveglianza satellitare e di rapido intervento aereo e missilistico i blitz dei pirati nell’ultimo decennio hanno superato, in tutto il mondo la media dei cento assalti all’anno.
Le rotte più a rischio sono quelle:
- Somale
- Maldive
- Madagascar
- Mar Rosso
- Canale di Suez
- Golfo di Aden
- Stretto di Malacca
- Mar Cinese Meridionale
- Golfo di Guinea.
Localizzazione dei barchini dei pirati e tentativi di assalto sono costantemente monitorati a Parigi dalla sezione Commercial Crime Services della International Chamber Of Commerce, la più grande e rappresentativa business organization internazionale che ha anche un account su Twitter per segnalare gli attacchi in tempo reale. Gli episodi di pirateria vengono registrati e visualizzati su una mappa.