Rivolte nelle carceri, con 12 morti – 9 nel carcere di Modena e 3 in quello di Rieti– numerosi feriti, evasione in massa a Foggia e detenuti sui tetti nel penitenziario di San Vittore.
E’ una emergenza nell’emergenza quella delle carceri italiane alle prese col coronavirus.
La rivolta esplosa in 26 istituti carcerari fa accendere i riflettori mediatici sul sovraffollamento nei 189 penitenziari italiani, nei quali sono rinchiusi attualmente oltre diecimila detenuti in più rispetto ai posti disponibili. Lo rivelano gli stessi dati del Ministero della Giustizia aggiornati al 29 febbraio scorso: i detenuti sono 61.230 a fronte di una capienza di 50.931 posti.
I detenuti nelle Carceri italiane, attanagliate da un sovraffollamento spesso disumano, non intendono attenersi alle direttive del decreto del Governo contro il proliferare dell’infezione. E la scelta di bloccare i colloqui con i familiari ed i primi casi di contagio di agenti della polizia penitenziaria hanno fatto esplodere le proteste che si sono estese rapidamente in tutto il Paese.
Dall’Ucciardone di Palermo, a Modena al San Vittore di Milano, dove una ventina di detenuti sono saliti sul tetto, i detenuti hanno inscenato manifestazioni al grido di “libertà, libertà”. Molti i tentativi di evasione e altrettanto numerse le violenze e le devastazioni.
Tutte le vie di accesso nei pressi delle Case circondariali e dei penitenziari sono state presidiate e chiuse al traffico. Sta invece lentamente tornando la normalità all’interno del carcere di Foggia dove, alla protesta è seguita l’ evasione in massa di numerosi detenuti. Una decina dei quali sono stati catturati da carabinieri, polizia, uomini della Guardia di finanza e militari dell’Esercito. Ma la situazione rimane tesa in tutta Italia e non ha mancato di provocare paure e reazioni.
Fonti: Agi Adnkronos Agenzia Nova