Strike tempo scaduto
S1V2Ca2: grosso modo è questa la formula del possibile strike, dopo il G20 di Amburgo, alle basi missilistiche della Corea del nord. L’acronimo alla base delle valutazioni in corso fra la Situation Room della Casa Bianca, il Pentagono, Langley e Fort Meade, le sedi della Cia e della Nsa, sintetizza gli scenari possibili:
- Strike di 1 ora per il massiccio bombardamento delle basi missilistiche di Pyongyang
- Vittime 2 milioni complessivamente ipotizzabili nel peggiore dei casi per l’eventuale contro reazione nord coreana
- Conflict area di due mila chilometri circa , dalla penisola coreana al Giappone
Per l’ordine d’attacco Washington attenderebbe, anche attraverso Mosca, un segnale di segreta acquiescenza della Cina. Che tuttavia ufficialmente non mancherà di stigmatizzare la gravissima azione di guerra degli Stati Uniti. Anche se in maniera sfumata Pechino ha del resto più volte evidenziato la tacita consapevolezza che il regime nord coreano è fuori controllo.
L’ineluttabilità del punto di rottura è scattata dopo l’ultimo lancio, il 4 luglio, l’indipendence day degli Stati Uniti, di un missile intercontinentale. Un test che conferma l’estrema pericolosità dell’escalation nucleare portata avanti a tutti i costi e sulla pelle dei nord coreani da Ciccio bomba, come viene definito il giovane dittatore Kim Jong-un.
Per evitare rappresaglie da parte di Pyongyang i satelliti della Nsa monitoreranno, per eventuali ulteriori attacchi preventivi, ogni angolo della Corea del nord, a cominciare dalle oltre 80 basi aeree e poi le divisioni corazzate e i reparti di artiglieria schierati al confine con Seul. Attorno alla capitale della Corea del Sud sono già in azione diversi sistemi di intercettazione antimissile.
L’ipotesi che tutti si augurano è che una decisa azione militare possa determinare, con la longa manus cinese, una svolta Pyongyang e l’abbattimento del regime dinastico di Kim Jong-un.